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Percorsi enogastronomici

Alla scoperta di cantine e frantoi

Il Veneto è una regione ricca di storia e tradizioni che coinvolgono anche la cucina locale. La zona dei Colli Euganei offre specialità culinarie tramandate da generazione in generazione e un’inconfondibile varietà di sapori, da gustare insieme a eccellenti vini.
Provate a chiudere gli occhi e preparatevi a un viaggio emozionante e appetitoso, fatto di ingredienti davvero speciali, perchè in Veneto tutto è sapore, fragranza e aroma.

Casa in Campagna organizza percorsi enogastronomici in cantine e frantoi vicini, mete ideali per incontrare i prodotti della nostra terra, i vini e l’olio extra-vergine d’oliva, i liquori e le marmellate. Vi guideremo alla scoperta del nostro territorio, delle tradizioni agricole, dei gusti e dei sapori della nostra bella regione.

Nei negozi di prodotti tipici potete trovare delizie per il vostro palato da degustare e da condividere con gli amici, o da portare a casa come ricordo della vostra vacanza sui Colli Euganei.
Prendetevi un po’ di tempo e fatevi accompagnare tra i vigneti e gli ulivi, per conoscere i luoghi dove nascono le nostre eccellenze ed i sapori di questa terra, per incontrare i produttori che saranno felici di accogliervi per una degustazione.

Il Veneto dei sapori

Padova offre innumerevoli occasioni per gli amanti della buona tavola: si possono scoprire sapori nuovi e antichi accompagnati da una grande attenzione alla qualità e allo stesso tempo alla semplicità. Per citare solo alcuni dei piatti tipici di Padova non si possono non menzionare i “bigoli” il più tipico dei primi piatti, insieme al risotto, alla pasta e fagioli, la gallina padovana e, sempre tra i secondi piatti, la soppressa di cavallo e la carne di musso (asino).

Gli antipasti

Ottimi antipasti sono il prosciutto crudo di Montagnana, dolce e saporito, proposto con melone o fichi per esaltarne il sapore, e la sopressa vicentina, un salume tipico da mangiare con il pane, oppure con la polenta e i funghi. La sopressa è ottima anche abbrustolita in padella o alla brace, accompagnata sempre da polenta. La polenta è uno dei piatti simbolo della Cucina Veneta, ed è molto diffusa come accompagnamento alle carni alla griglia e alla brace, agli affettati o al baccalà, in forma liquida oppure affettata dopo che si è solidificata. Un altro ottimo antipasto è rappresentato dai fiori di zucca fritti o ripieni, generalmente con formaggio e prosciutto.
Importanti nella tavola tipica padovana sono anche i salumi, tra cui spiccano il delizioso Prosciutto Veneto Berico-Euganeo DOP, realizzato nelle zone della Bassa Padovana e della Bassa Vicentina, tutelato dall’omonimo Consorzio e i prodotti “nostrani padovani”, come il salame, la sopressa, la luganega, il musetto e il coeghin (veneto per cotechino).

I primi

I Bigoli (“Bìgoi” come vengono detti in veneto) sono il primo piatto più noto del padovano. è un primo piatto di pasta fresca di grosse dimensioni e molto ruvida prodotta con farina, uova, acqua sale, che consente di trattenere sughi e condimenti. La preparazione dei bigoli era tradizionalmente affidata agli uomini vista la durezza dell’impasto. Nella variante “bigoli mori” o “bigoi neri” si usa farina integrale o nero di seppia. Ottenuti dall’impasto della farina con uova, acqua e sale, passati per uno strumento chiamato bigolaro (torchio realizzato tipicamente in bronzo) che restituisce bigoli (spaghetti) di circa 25–30 cm di lunghezza e con un diametro non inferiore ai 2,5 mm; vanno tenuti a riposo su di un tavolo cosparso di farina di mais, hanno una durata di 3-4 giorni».
I Bigoli sono un prodotto di tradizione contadina in uso fin dai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia; infatti, sono un piatto tipico non solo del Padovano, ma in larga parte di tutto il Veneto. Secondo la tradizione, venivano consumati durante i giorni di magro, come la vigilia di Natale, il Venerdì Santo e il Mercoledì delle Ceneri. Pare che nel 1604 un pastaio di Padova “Abbondanza” ottenne dal Consiglio della città il permesso di tenere brevetto per un macchinario di sua invenzione, una sorta di torchio per trafilare la pasta, con cui riuscì a produrre diversi tipi di pasta lunga tra cui dei grossi spaghettoni con cui conquistò un gran numero di clienti. Questa pasta lunga dalla superficie ruvida fu poi battezzata “bigolo”. Ne consegue che l’attrezzo per ottenerli fu chiamato bigolaro.

La cucina padovana si distingue per l’uso delle pregiate carni avicole ma anche della cacciagione. Il celebre risotto con i fegatini di pollo meglio conosciuto come risotto con i “rovinassi” è preparato con fegati e durelli di pollo, con talvolta l’aggiunta dei cuori, specialità consumata alle grandi feste religiose nelle famiglie cittadine ma anche del vasto contado.

Le carni

I piatti di carne hanno il loro punto di forza nelle preparazioni a base di animali da cortile: la gallina, la faraona, il coniglio, l’oca e l’anatra. La Gallina Padovana che è famosa nel Mondo fin dal 1600, quando furono definite di razza “Padovana” tutte le galline col ciuffo. La cosiddetta “Corte Padovana” riconosciuta dal Ministero comprende dalla “sorella”, la Gallina di Polverara, all’Oca Padovana (un tempo di penne grigie e per questo chiamata “Grigia di Padova”, ora perlopiù bianca), all’Anatra (con cui si fa il ragù, utilizzato per i bigoli), alla Numida Meleagris, al Cappone, al Galletto Nano (Pepoa), alla Gallina Collo Nudo, per allargarsi ai Piccione Torresano di Torreglia o all’ancora poco diffuso Tacchino dei Colli Euganei. Da questa produzione avicola sono nati piatti tipici come l’Oca in onto e il Falso Parsuto, ovvero il prosciutto di petto d’oca.
Altro animale allevato in tutte le campagne venete e diffusissimo nelle tavole padovane è il Coniglio, che è molto apprezzato per il suo arrosto. Non dimentichiamo inoltre un altro piatto tipicamente padovano e in generale presente in Veneto e Lombardia: Polenta e osei. In Veneto è presente la versione salata, ovvero Polenta, Allodola (piccoli uccellini comuni nei boschi dei Colli Euganei e dei Colli Berici) e qualche volta anche Pancetta.
In occasione delle feste è ancora d’uso preparare pollo o soprattutto la faraona con la Pevarada, salsa di origine medievale ricavata dalla cottura del pesto di fegati di pollo, spezie e aceto poi tutto pevarà ovvero pepato abbondantemente.

I Veneti sono sempre stati abili allevatori di cavalli e la tradizione del consumo delle carni equine permane come una delle più tipiche del territorio. Particolarmente pregiata e gustosa, è proposta bollita o in umido (in tocio) e accompagnata da polenta. Oltre ai prodotti meglio conosciuti, come ad esempio gli sfilacci di equino, sono presenti alcuni prodotti più tipici come la bresaola di cavallo, il salame di musso (asino in dialetto), lo spezzatino, sia di cavallo che di asino, la Straecca o le bistecche e le costate di cavallo.

Il pesce

Per quanto riguarda il pesce si attinge alla tradizione veneziana, con piatti tipici come le capesante e le cappelunghe (o canolicchi), cotti con olio, limone e vino bianco e serviti nel proprio guscio, le moleche, piccoli granchi fritti in pastella, teneri e saporiti i folpi, piccoli polipi bolliti e serviti con un pesto di olio, aglio, basilico e sale, e le tradizionali sarde in saor, sardine preparate con una salsa agrodolce di cipolle fritte, zucchero e aceto. Questi prodotti sono spesso utilizzati anche per la realizzazione degli spunciotti (o spuncetti o cicheti), piccoli assaggi tipici delle Osterie e dei Bacari veneziani, concettualmente molto simili alle tapas spagnole. Altri spunciotti tipici sono uova sode tagliate in due e farcite di majonese o sottaceti, polpettine di carne, bruschettine imburrate con le acciughe, crostini col baccalà mantecato o nervetti con la cipolla.

I dolci

Per quanto riguarda i dolci tradizionali, ce ne sono per tutti i gusti… alcuni elaborati di maestri pasticceri della città, altri di origine veneziana, altri legati alla tradizione contadina, molti legati alle celebrazioni per la festa di Sant’Antonio, ma ormai reperibili tutto l’anno come i dolci del Santo, il Pan del Santo, gli Amarettoni di Sant’Antonio e i Merletti Santantonio. Scopriamoli insieme!

Pazientina e Pazientini

Dolce prelibato e raffinatissimo, probabilmente una delle più complesse preparazioni dolciarie antiche. Si distingue per l’accuratezza della preparazione e per il gusto delicato ma deciso: secondo la tradizione sarebbe nata nel XVII secolo a Padova, forse all’interno di mura monastiche. La lunga preparazione sembra stare all’origine del nome. Il dolce è preparato a strati con pasta bresciana e con la polenta di Cittadella (una sorta di pan di Spagna padovano) legati da zabaione, granelle e sottili scaglie di cioccolata. Dalle mani dei pasticcieri padovani sono nati oltre alla torta anche i tipici e sfiziosissimi biscotti, i Pazientini, preparati con mandorle, nocciole, burro, senza uso di uova e che ricordano le Lingue di gatto veneziane.

Torta sgriesolona o rosegòta o sbrisolona

Dolce da forno di forma rotonda, alto circa 1 cm, particolarmente duro e nel contempo friabile, prodotto con farina gries, mandorle sgusciate e tritate, burro, rosso di uovo, zucchero, ricoperto con un foglio di pasta di mandorle scottata alla fiamma. Gli ingredienti, vengono amalgamati, posti in contenitori di forma rotonda e cotti al forno. Il dolce viene lasciato a riposo per un giorno e successivamente confezionato; ha durata molto lunga. Si tratta di un dolce di tradizione mantovana, ma presente anche in Veneto, che veniva e viene usato spezzandolo con le mani e mangiandolo senza l’uso di posate.

Torta figassa

Dolce da forno di forma rotonda, prodotto con farina gialla di mais, rossi di uovo, fichi secchi macerati in grappa, burro, zucchero, farina 00, sale. I rossi d’uovo vengono impastati con lo zucchero e il burro, amalgamati con farina di grano tenero e farina di mais e con l’aggiunta finale di fichi secchi macerati nella grappa e tagliati a pezzetti; il composto viene inserito in apposite forme, cotto, lasciato raffreddare e confezionato, senza bisogno di particolari metodi di conservazione. Si tratta di un dolce di tradizione contadina, elaborato con ingredienti poveri, che si presume risalga al periodo successivo alla prima guerra mondiale.

Smegiassa

Dolce originario delle campagne di Chioggia prodotto con farina di mais, farina di grano, acqua di cottura del musetto, zucchero, miele, uva passita, fichi secchi, buccia di arancia, grappa, zucca arrostita in forno; nella pianura padovana sud-orientale in luogo dell’acqua di cottura del musetto vengono utilizzati i ciccioli di maiale; nella realizzazione attuale l’acqua di cottura del musetto o i ciccioli di maiale vengono sostituiti, in talune zone, con mele. Gli ingredienti vengono amalgamati e cotti in forno. Nella tradizione cittadina al posto dei ciccioli veniva utilizzato lo strutto, mentre le attuali produzioni di pasticceria hanno eliminato anche questo in favore del burro.

Fugassa padovana

Dolce tipico di cucina casalinga prodotto con lievito, farina, latte, uova, zucchero, burro, buccia di limone e sale. Gli ingredienti vengono amalgamati, lasciati a riposo e cotti in forno. Originariamente veniva preparata in ogni occasione di festività, da quelle religiose a quelle private, oggigiorno invece viene consumata quasi esclusivamente a Pasqua.

“Zaéti”(o Zaleti), Crostoli o Galani

Nomi utilizzati in Veneto per indicare le chiacchiere. I zaéti sono comuni un po’ dovunque, nelle osterie, come nelle pasticcerie, presso fornai e ristoratori. Il crostolo invece si può assaggiare, come in tutta la Penisola, solo durante il carnevale e si trova, con la frittella tradizionale, di mele o di riso, un po’ in tutte le pasticcerie. Tipico del padovano è invece lo zaléto con le giuggiole.

Dolce del Santo

Dolce da forno farcito con marmellata di albicocche, buccia d’arancio candita, pan di Spagna, marzapane di mandorle o granella di amaretti, il tutto avvolto in pastasfoglia; la sua forma particolare ricorda l’aureola posta sul capo di Sant’Antonio; è prodotto in formati da 70 gr (mignon), 400 gr e 700 g I prodotti vengono amalgamati, disposti a mano in vari strati con procedure codificate e particolare cura, cotti in forno, lasciati a riposare per un giorno e confezionati; la durata è di tre mesi senza particolari condizioni di conservazione.

Amarettoni di Sant’Antonio

Dolce da forno, tagliato a biscotto, composto da mandorle armelline, mandorle sgusciate e tritate, zucchero, canditi di arancia, albume di uovo. L’albume dell’uovo viene montato a neve, vengono inseriti i canditi e le mandorle sgusciate, quindi lo zucchero, all’impasto viene data la forma di un grosso biscotto, viene cotto e fatto riposare per un giorno su teglie da forno; non necessita di stagionatura e per sua natura si presta alla lunga conservazione. La ricetta è tratta dal “Dolce del Santo”, del quale contengono gli stessi ingredienti. Gli amarettoni vengono prodotti a partire dal 1960 circa.

Pan del Santo

Dolce da forno prodotto con farina di grano tenero tipo 00, uova, zucchero, mandorle, gocce di cioccolato, granella di amaretto. La forma tradizionale e caratteristica è quella di “ciambella”.

Merletti Santantonio

Pasticcino con uova, farina, burro, mandorle affettate e marsala. Gli ingredienti vengono amalgamati, all’impasto viene data forma di pasticcino, ricoperto con mandorle affettate e cotto al forno.

I vini dei Colli Euganei

Il clima favorevole e la particolare morfologia dei vigneti ha dato vita all’inebriante profumo e all’inconfondibile sapore di ottimi vini. Vi accompagneremo tra i vigneti e le cantine per percorsi di degustazione, che vi permetteranno di mantenere vivo il ricordo di queste terre meravigliose.

A Padova si mangia bene, ma si beve anche bene! Un buon bicchiere sorseggiato in compagnia di amici o di un buon libro, renderanno ancora più piacevole il vostro soggiorno nella nostra regione. La produzione di alcolici va dai buon vini dei colli, ai famosi distillati, senza dimenticare l’ormai celeberrimo Spritz, che proprio qui fu inventato nella sua forma diventata internazionalmente popolare. Non a caso la preparazione dello Spritz richiede del buon vino bianco secco frizzante, come quello che arriva nelle zone di produzione D.O.C della provincia, un po’ d’acqua e una generosa spruzzata di aperitivo alcolico, come quello appositamente inventato dalla Barbieri, nei suoi stabilimenti della Stanga, in occasione della prima Fiera Campionaria del 1919.

Oltre ai bianchi, Padova ha una importante produzione di rossi che ben si accompagnano ai suoi menù spesso a base di carne. Fin dai tempi dei Romani a Padova si sono potuti bere di vini di pregio, frutto della ricca produzione agricola dei Colli Euganei e con la vinificazione sono cresciute anche le produzioni di distillati e liquori, prima fra tutte la grappa. Sono anche estremamente apprezzabili le produzioni, spesso artigianali, che utilizzano frutta ed erbe, riproponendo ricette che affondano le radici nell’esperienza botanica medievale che ha permesso qui la creazione del primo “Giardino dei Semplici” (Orto Botanico) d’Europa.
Nel colli sono presenti quattro zone vinicole i cui prodotti sono riconosciuti DOC. Scopriamoli!

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Cantina

I vini D.O.C.

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Colli Euganei Bianco

Racchiude le uve prodotte dai molti vitigni indigeni dei Colli Euganei. Tra questi, su tutte, spicca la Garganega che caratterizza da sempre i vini bianchi del territorio. Profumo composito, ricco di note floreali e fruttate, fresche e aromatiche. Esalta il gusto con pesci e carni bianche, risotti con erbette e bruscandoli o risi e bisi. Presente anche nella versione Spumante.

Colli Euganei Cabernet Sauvignon

Profumo di frutta rossa ben amalgamato ad un corpo di buona struttura. Piacevole da giovane, austero ed elegante se affinato. Vino di lunga vita ideale con arrosti e spiedi, con Asiago d’allevo stagionato e polenta abbrustolita o con costolette d’agnello alla brace.Presente anche nella versione Riserva.

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Colli Euganei Cabernet Franc

Di casa sui Colli Euganei dalla metà dell’ottocento. Rosso violaceo, giovane allegro ed esuberante, simpatico ed incontenibile, si annuncia con sentori erbacei e pepati ed accompagna piacevolmente salumi e grigliate. In autunno, dopo affinamento, incontra volentieri piatti più impegnativi come spezzatini con polenta. Presente anche nella versione Riserva. Il Cabernet Franc non è da confondersi con il Carménère, del quale comunque è un parente. Per saperne di più vedere qui la scheda relativa al Carménére.

Colli Euganei Carménère

Dal profilo aromatico estremamente interessante ed intenso, il Carménère è molto diffuso sui Colli Euganei, che ne offrono la migliore interpretazione. Sui Colli é arrivato un secolo e mezzo fa, sebbene per molti decenni sia stato erroneamente chiamato Cabernet Franc. In realtà, la maggioranza di quello che noi conosciamo come Cabernet Franc è Carménère. Dal Castello di Lispida fu poi portato alla scuola di viticoltura ed enologia di Conegliano e da li propagato per ripiantare i vigneti distrutti dalla fillossera in tutto il Nord Est.

Colli Euganei Chardonnay

Dal profumo fruttato, mantiene note floreali se affinato in acciaio. Diventa più intrigante e morbido se affinato per qualche tempo in barrique. Incontra con piacere pollame e formaggi. Da provare con una Zuppa, magari di Trippe, spolverata di ottimo Grana dell’Alta Padovana.

Colli Euganei Manzoni Bianco

Estroso cimento di pochi vignaioli euganei, in terroir adatti, regala prodotti fini e particolari. Il colore è di un giallo paglierino con luminosi riflessi verdognoli. All’olfatto colpiscono complessità e ricchezza di essenze, spiccano i sentori di peperone, di salvia e di ortica, arrotondati da sussurri di frutta esotica. Accompagna orgoglioso saporiti branzini al forno con verdure.

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Colli Euganei Merlot

Rosso generoso e fruttato, nasce dall’uva più amata e diffusa sui Colli Euganei. Di piacevole beva in gioventù, con le sue note di marasca e sambuco, se affinato esprime invece sentori di ciliegia, mora e note tostate. Da provare con un risotto ricco alla padovana, con oca in onto con i piselli, con un pollo alla griglia. Ottimo con l’Asiago d’allevo. Presente anche nella versione Novello e Riserva.

Colli Euganei Moscato

Prodotto con uva Moscato Bianco. Elegante, fresco e profumato, nasce sulle pendici più fresche dei colli Euganei. Spumante con sentori di salvia e aromi citrini. Porta allegria e accompagna i momenti di festa. Nella versione secca o tranquilla accompagna il pasto di chi ha voglia di sperimentare, magari con asparagi o pesci e conchiglie dell’alto Adriatico. Presente anche nella versione Spumante.

Colli Euganei Pinello

Vitigno autoctono sopravissuto grazie alla passione di pochi vignaioli euganei. Vinificato con attenzione dà un vino giovane, leggero, simpatico, ricco di profumi di frutta bianca freschissima. Semplice, ma non banale. Da provare con antipasti leggeri o magari con una pizza. Presente nelle versioni Frizzante e Spumante.

Colli Euganei Pinot Bianco

Floreale o fruttato secondo l’età, ha un buon equilibrio tra corpo e profumo. La fragranza richiama sentori di crosta di pane. Accompagna piacevolmente risotti primaverili ai carletti o alle ortiche, ai bruscandoli o agli asparagi. Incontra volentieri pesci della nostra Laguna Veneta. Da provare, giovanissimo, con una Minestra Maridà.

Colli Euganei Rosso

Felice incontro di Merlot e Cabernet e talora Raboso. Asciutto e profumato con note di frutta rossa, rappresenta appieno il vino della più genuina tradizione euganea. Accompagna i tipici piatti della cucina padovana, come bigoli e grigliate, ma non disdegna un buon Asiago o un Grana lungamente stagionato. Presente anche nella versione Riserva.

Colli Euganei Serprino

Nasce da una varietà indigena nei Colli Euganei. Frizzante incontro, profuma di primavera, porta allegria e amicizia. Per la sua freschezza è il classico aperitivo o l’ideale accompagnamento per antipasti e cene a base di pesce. Da provare con il pollo fritto. Presente nelle versioni Frizzante e Spumante

I vini D.O.C.G.

Fior d’arancio, esplosione di essenze mediterranee

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Il moscato giallo presente nei Colli Euganei, è una particolare varietà, denominata Fior d’Arancio per i nettissimi sentori che rimandano al profumo della zagara, il bianco fiore degli agrumi. Questo vino è ottenuto da uve della varietà Moscato giallo (con l’eventuale aggiunta di uve di altre varietà a frutto di colore analogo per un massimo del 5%), che sulle pendici dei Colli Euganei, hanno incontrato un ambiente ideale per esprimere la loro massima fragranza ed aromaticità. Dalla soffice spremitura delle uve viene ottenuto un mosto, che in seguito a fermentazione condotta in autoclave a temperatura controllata con lieviti selezionati, dà origine a questo vino spumante particolarmente piacevole e gioioso.
Ha un colore paglierino più o meno carico, odore marcatamente aromatico, sapore da amabile a dolce, più o meno vivace.

Colli Euganei Fior d’Arancio Passito

Dal colore giallo solare con profondi riflessi dorati, sprigiona un intenso profumo di albicocche mature, di miele, di frutta candita e di spezie. Il sapore è dolce ed equilibrato, intensamente aromatico, persistente. Indimenticabile è ogni suo incontro con gli Zaleti (biscotti a base di farina di mais e uvetta). In libera uscita, sta stringendo amicizia con qualche formaggio erborinato e con tartine al foie gras.

Colli Euganei Fior d’Arancio Secco

Prodotto con l’omonima uva che sui Colli Euganei ha da tempo immemorabile trovato il suo habitat naturale. All’olfatto ammalia con un’esplosione di essenze mediterranee, in bocca stupisce con un gusto asciutto e piacevolmente aromatico. Accompagna piatti primaverili, risotti alle erbette, carni bianche e crostacei.

Colli Euganei Fior d’Arancio Spumante

Prodotto con uva Fior d’Arancio che sui Colli Euganei cattura i colori del sole, mantenendo il riserbo sulla sua terra d’origine, si favella della Siria e della Mesopotamia. Si presenta con un color giallo brillante con riflessi dorati, il profumo è fresco e persistente.. Esuberante, allegro e spregiudicato, dolce e poco e alcolico, è il vino della festa. A fine pasto incontra volentieri dolci asciutti, come una crostata con confettura di pesche.

Per prenotare un tour enogastronomico nei frantoi e nelle cantine a noi convenzionate o semplicemente per ricevere maggiori informazioni clicca nel bottone qui a destra!

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